Bentornati carissimi viaggiatori di passioni,
oggi vi vogliamo raccontare la storia vera di Federico Calcara: un ragazzo non vedente sempre in viaggio.
Come lo abbiamo conosciuto? In uno di quei gruppi facebook di viaggio, lui chiedeva consigli specificando di essere non vedente, ci siamo incuriositi, lo abbiamo contattato e lui ha accettato la nostra intervista.
Federico, un ragazzo come tanti, cresciuto a Roma, in un quartiere un po’ difficile, a cui viene diagnosticata la retinite pigmentosa già da piccolo.
Federico comunque ci vede, fa una vita come tutti e poi nel 2007, dopo un periodo personale difficile capisce che avrebbe perso la vista per sempre. La malattia era progredita.
Ma noi di viaggi di passioni non raccontiamo storie tristi, ma storie di forza e coraggio, come questa di Federico un ragazzo non vedente in viaggio.
Eh si, lui ha sempre amato viaggiare e anche se ha perso la vista lo ha continuato a fare.
Lo abbiamo intervistato e vi riportiamo qui sotto cosa ci ha detto.
Conoscere Federico è stata una grande fortuna, ci siamo innamorati del suo stile asciutto, reale, ma forte e coraggioso allo stesso tempo. Ascoltare le sue percezioni e il suo punto di vista sulle cose e sul viaggio è stata un’esperienza che ha nutrito la nostra anima e un incontro delicato e intimo con le emozioni di una persona che porta con sè una grande forza di vivere che amiamo raccontare.
Se prima di leggere la sua storia ti sei perso l’ultima intervista a un viaggiatore resiliente clicca qui.
La storia vera di un non vedente in viaggio
Quando ti è arrivata la diagnosi e hai capito che avresti perso la vista qual’è stato il tuo primo pensiero?
Non so quale sia stato il mio primo pensiero perchè ce ne sono stati tanti il 16 febbraio nel 2007 quando mi sono alzato e ci vedevo male. Io ho la retinite pigmentosa dalla nascita e avevo già messo in conto che avrei potuto perdere la vista. Quel giorno pensavo come al solito che fosse un’edema della retinite e che con 20 giorni di cortisone sarebbe passato. Per me è stato un trauma capire che non era così, quando il dottore mi ha visitato. Ho pensato a molte cose negative in quel momento. E’ stata dura e mi ha portato a un periodo di depressione che mi ha fatto perdere diversi rapporti interpersonali.
In cosa ti ha aiutato la Thailandia a convivere con la cecità?
La Thailandia mi ha aiutato poco, mi sono aiutato da solo viaggiando in Thailandia anche non vedendo. Ci sono tornato dopo sei anni da quando l’avevo scoperta da vedente. I prezzi più accessibili rispetto all’Italia mi hanno sicuramente aiutato sia per viaggiare da non vedente sia per rilassarmi. Ad esempio un massaggio di un’ora in spiaggia si fa con 7 euro. Si può anche pagare una persona con prezzi modici per essere accompagnati nel viaggio per visitare o per fare shopping. I prezzi sono più accessibili.
Di filosofico non mi ha insegnato molto, il mio pensiero buddista, non è nato lì. Il popolo thailandese è molto legato al materiale ed è lontano da ciò che insegna il buddismo. Una cosa che mi ha colpito della Thailandia è l’approccio con la morte, molto diverso dal nostro.
In occidente siamo spaventati invece lì nei templi puoi trovare scuole infantili e insieme un cimitero: lì i bimbi giocano vicino a dove ci sono i morti. Questo a me piace un sacco perchè ti fa vedere la morte e la nascita insieme, come un ciclo vitale unico.
Secondo me bisognerebbe prendere ad esempio anche qui in occidente questo rapporto con la morte.
Parlaci della scuola che hai fatto in Thailandia e dell’arte dei massaggi tradizionali thailandesi. Cosa si prova a praticare questa arte?
Il messaggio Thailandese è una disciplina meravigliosa che ho imparato nel 2016 andando in una scuola in Thailandia per due mesi, 7 ore al giorno.
Lo conoscevo perchè per anni ho beneficiato del foot massage (massaggio ai piedi) con riflessologia plantare. E’ un’arte perchè sotto la pianta del piede sono riflessi tutti gli organi del nostro corpo. Vengono stimolati i punti sotto il piede con un bastoncino apposito e poi si fa tutto un movimento con le mani. Non basta un massaggio per curare piccoli disturbi o se si vogliono evitare medicinali. Se ci si vuole rilassare allora va bene.
Pratico per passione questi massaggi alle persone che soffrono per i motivi più disparati, tiroide, raffreddore, influenza e tantissimo altro ancora. Si possono curare tantissime patologie con un buon massaggio ai piedi. Ho curato anche un brutto gonfiore alla gamba di mia mamma a seguito di un incidente: con 8 terapie ha evitato l’ospedale. Il tipo di massaggio che faccio è meraviglioso per questo, la riflessologia plantare è curativa oltre che rilassante.
Io lo faccio con calma e passione e dura 60/70 minuti. Facendo il massaggio assorbi l’energia della persona a cui lo fai, mi è capitato di fare massaggi anche a persone che avevano vibrazioni negative. Se una persona è nervosa e agitata, emana delle vibrazioni negative. Se succede, bisogna subito lavarsi le mani dopo il massaggio con acqua gelata, questo prevede la medicina thailandese: in Thailandia manca l’acqua fredda e io lo facevo con il ghiaccio!
Vale la pena imparare questa meravigliosa disciplina è un arte stupenda. Mi hanno insegnato in Thailandia che la riflessologia plantare è controindicata per: donne in gravidanza dal terzo mese, donne con il ciclo, (ancge se poi è utile però qualche giorno prima per diminuire il dolore), persone down o per chi ha problemi oncologici.
Quali sono le regole di vita per vivere in pace anche se non si vede?
La regola per me è una solamente: accettare la realtà.
Tutto ciò che accetti non ti può nuocere, tutto ciò che non accetti invece ti uccide.
Per accettare intendo tutto ciò che succede nella vita reale.
La mia regola di vita fondamentale è questa: accetta tutto ciò che accade e non rifiutarlo mai perchè se lo fai è un problema per te soprattutto.
Cosa è cambiato nel tuo modo di viaggiare da prima a dopo la perdita della vista?
Sicuramente, a parte le cose scontate che sono di base, mi soffermo in qualsiasi posto vado, in primis a vedere se con il bastone mi muovo bene, in modo da capire se il posto sia accessibile e possa consigliarlo ad altri.
Nei posti, in generale, ora mi soffermo di più ad ascoltare l’ambiente e provo a sentire se mi rilassa, se non è un posto caotico, se è inquinato. Mi fermo di più ad ascoltare i suoni se non ci sono rumori o odori sgradevoli . Un posto insomma mi deve far sentire bene, rilassare, trasmettermi pace e positività. Se emana sensazioni positive allora diventa il mio posto. Camminare per Roma, purtroppo non mi fa sentire bene, la mia città è poco accessibile e questo mi rattrista un po’.
Quale paesi hai visitato dopo la perdita della vista e prima? Quale ti è piaciuto di più?
Dopo aver perso la vista ho visitato la Thailandia, la Spagna (Malaga, Valencia, Siviglia); la Germania con Francoforte Berlino e Monaco, la Polonia. Prima di aver perso la vista ho visto New York due volte, laTunisia, Cuba e molto altro, insomma ho viaggiato molto da sempre. Tra tutte quelle che ho citato, di sicuro Banghok e la Thailandia sono le meno consigliabili per una persona con disabilità. Le strade sono dissestate e devi stare attento a mille cose se hai il bastone o la sedia a ruote. I posti accessibili per me come non vedente di sicuro son tutti i paesi occidentali come Spagna e Germania, ad eccezione di Roma (ride). Nei paesi che ho citato, i marciapiedi sono molto larghi ed è molto diverso da Roma la città dove vivo.
Raccontaci del tuo ultimo viaggio in solitaria nel sud della Spagna. Quali sono stati i tuoi momenti migliori e peggiori?
Il viaggio che ho fatto in Spagna è stato meraviglioso dall’inizio alla fine.
Sono stato in un posto tra Malaga e Marbella. Sono stato felice perchè ho contato sulle mie forze ed è andato tutto bene. Le cose più belle della mia vacanza? Fare una passeggiata di 1 km sul lungomare completamente da solo, cosa che a Roma è difficile per me per tanti motivi ad esempio le barriere architettoniche.
E’ stato bello sentire il rumore del mare e il sole mentre cercavo di raggiungere da solo un posto dove volevo andare a mangiare. Ci ho messo un’ ora ma alla fine volevo piantare una bandierina con la mia faccia!
Mi ha riempito di felicità. Se lo avessi fatto accompagnato da un vedente ci avrei impiegato 15 minuti ma è stata per me l’ora più bella della mia vita anche perchè non mi sono sentito osservato da nessuno mentre a Roma ci si sente di più sotto osservazione.
Da una parte è positivo ma dall’altra è male a livello di pratica e autonomia, non s’ impara mai. In Spagna ho potuto fare tutto da solo.
C’è anche il risvolto negativo: una volta mi sono perso vicino all’albergo nella via adiacente e nessuno mi ha chiesto se volessi una mano. Ci sono i pro e i contro: in generale, però preferisco essere non guardato e non aiutato che il contrario. Non c’è una via di mezzo ed è difficile trovare l’equilibrio, come in tutto.
Questo mi è piaciuto perchè sono riuscito a fare tutto da solo; a parte come vi ho già detto, in quell’occasione, quando ero praticamente arrivato ho chiamato l’albergo e mi sono venuti a prendere.
È stato però fantastico per tutto quello che ho fatto: i ristorantini che ho provato e le persone che ho incontrato: marocchini, spagnoli, tunisini, italiani, persone di tutte le nazionalità.
Il sole della Costa del Sol é meraviglioso. Spero di fare presto un’avventura del genere in una cittadina italiana, europea o più lontano.
Quando sono in viaggio ho imparato che devo sempre contare su me stesso, sul mio corpo, su cosa mi dice e cosa vuole fare. Questo dovremmo farlo sempre un po’ tutti.
E per il futuro cosa ti piacerebbe fare e dove vorresti continuare a viaggiare?
Al futuro ci penso poco, affronto un giorno alla volta, meglio guardare bene al presente. È già difficile fare i progetti per il domani, anche perchè le cose cambiano continuamente con la situazione pandemica che tutti ci troviamo a vivere.
Ho comunque obiettivi per il futuro come viaggiare di più per l’Italia in solitaria, se è possibile. Se poi qualcuno mi vuole accompagnare, ben venga, anche se preferisco essere da solo così aumento la mia autonomia. Faccio pratica con il bastone e mi posso conoscere meglio.
Probabilmente il mio obiettivo sarà andare da solo per 4-5 giorni in una qualsiasi città italiana ed europea.
Se una volta al mese faccio così potrò trarre delle conclusioni e capire quali sono le città più accessibili e inclusive a seconda di quello che mi trasmettono.
Così potrò consigliare la gente sia con disabilità che non senza. A tutti in fondo piacerebbe sapere se le città danno davvero buone energie o meno e se sono quindi un buon posto per vivere. Ad esempio da maggio vorrei provare a visitare picccole cittadine in Toscana tipo come Viareggio così potrò conoscere nuovi luoghi e nuove persone. Anche se per me tutti i posti che visito sono belli, sono sicuro che anche la meta che è meno nelle mie corde finisce pee rivelarsi bella. Mi piace farmi stupire dal viaggio.
Sentiti libero di aggiungere qualcosa, magari qualche news da condividere con la nostra community
Mi sembra di aver detto tutto, comunque volevo lanciare un messaggio: se qualcuno volesse ospitarmi nella sua città italiana o europea in cambio di vitto e alloggio potrei offrire dei trattamenti di riflessologia plantare, ci potremmo mettere d’accordo.
Se qualcuno fosse interessato a questo scambio contattatemi pure in privato sul mio profilo facebook Federico Kikko Calcara, così ci accordiamo.
In conclusione
Intervistare Federico è stata un’esperienza che rifarei molte e molte volte. La sua spontaneità e voglia di vivere mi fa capire che nella vita a volte, ci facciamo davvero molti problemi. La realtà per quanto dura sia va affrontata e domata con la conoscenza di se stessi, del proprio corpo e con il coraggio della vita di tutti i giorni. Nessun ostacolo è impossibile anche da soli, lo si deve sfruttare per conoscersi di più. Federico mi ha confidato che nei sogni lui torna a vedere, allora noi ti auguriamo di potere insegnarci a sognare così come fai tu nei tuoi viaggi, dove ciò che percepiamo, ciò che sentiamo, il rapporto con gli altri è più importante della foto, dell’apparire, del farsi notare.
In ogni tuo viaggio tu metti la passione per la vita che va oltre ogni difficoltà o mancanza che è più forte di ogni ostacolo. Grazie Federico per averci insegnato a vedere ciò che stupidamente non ci accorgevamo: la bellezza del cuore!
Se volete aiutare Federico a viaggiare non esitate a contattarlo o a contattarci sul blog o sui nostri canali social.
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Complimenti a Federico per la sua tenacia e forza di volontà! E’ un grande esempio per tutti! <3
Grazie di cuore Selena!
Ho avuto la fortuna di conoscere questo ragazzo, e che dire di Federico,un ragazzo mai banale, sempre sincero e con lui anche bere un bicchiere d’acqua era come andare sulla Luna prova entusiasmo e lo trasmette in tutto ciò che fa,ti voglio bene