Bentornati Viaggiatori di Passioni, oggi voglio mi sono accorta che dopo un viaggio si ritorna cambiati.
Mi è successo qualcosa d’incredibile mentre stavo cucinando, quando mi sono seduta a riflettere ho pensato che dovevo condividere con voi questa cosa.
Ho fatto tutto d’istinto, senza pensarci e quando ne è uscito un piatto nuovo ecco che mi sono improvvisamente resa conto che dopo un viaggio si ritorna cambiati
Se ne parla molto ma non ce ne accorge mai veramente del tutto. Per quello amo viaggiare, e dopo la mia diagnosi di sclerosi multipla lo adoro ancora di più.
Dopo un viaggio si ritorna cambiati in tutto anche nella scelta dei gusti e dei sapori da assaggiare nella quotidianità.
Ecco il potere di un viaggio, l’investimento di un viaggio che nel silenzio e nella quotidianità di tutti i giorni ti cambia l’anima.
Dopo un viaggio si ritorna cambiati: un racconto
Vi racconto cosa mi è successo.
Complice forse il frigo vuoto, complice la mia inventiva da masterchef Cracca ho fatto una pasta che ha dell’inverosimile…e mi sono accorta che era fatta…..avevo sdoganato la pasta.
Ma come proprio io?
La cultrice della pasta al pomodoro, la classica massaia da ragù che fa quel profumo prettamente italiano. Io ho fatto qualcosa che ha dell’incredibile.
Ho fatto la pasta con hummus di ceci (prettamente indiano) e carciofi sott’olio.
Forse ho coniato una nuova ricetta anche buona tutto sommato, ma la verità è un’altra.
Inutile, ho chiuso gli occhi e ho pensato, schegge di viaggio erano dentro me e sono uscite così.
Ho mangiato un ottimo falef sullo stretto di Gibilterra, un gulasch da urlo a Budapest, del currywurst a Berlino, una paella di pesce a Valencia, cevapci in Croazia, un minestrone di salmone in Irlanda, hummus di ceci in un quartiere turco delle tante città del mondo.
Così questo miscuglio di sapori ha scardinato il mio ego culinario.
Ecco viaggiando il palato si fonde con altri palati e il gusto non parla più una sola lingua.
Impastiamoci tutti…..che vorrebbe dire scardiniamoci dalle nostre ancorate tradizioni ogni tanto, quando capita.
Non fraintendiamoci io la pasta non la scambio con niente e nemmeno la cucina italiana altrimenti farei grave tradimento all’ordine dell’orgoglio italiano.
Però è così…..viaggiando anche il palato diventa poliglotta e mescola creando cose che nemmeno nei tuoi sogni culinari più spinti ci avresti mai pensato.
Viaggiare è un po’ perdersi per mescolarsi e non capire più quanto ti piace essere te e quanto ti piace prendere dagli altri…..sei un po’ lost ma non in traslation ma in salsichos….nel caso della cucina….
Ed è naturale come bere e ballare, è semplice come ridere o raccontare, è friabile come la neve o come il pane.
Gusti odori e sapori della tua terra, delle tue radici, vengono disseminati nel mondo tra un viaggio e l’altro e prendi invece in cambio un sapore e un odore diverso e poi riscrivi la storia e non ti importa perché ti piace.
E’ come un gioco, come piace ai bambini, io dò a te e tu dai a me, non ci sono barriere, non ci sono dogane né dazi da pagare.
Siamo solo un grumo di anime che si mescolano così…..si fondono insieme e rispuntano davanti a un frigo semi vuoto per fare un solenne viaggio di scambio….pasta e hummus di ceci.
Che poi a dire il vero pasta e ceci è anche da tradizione….ma oggi la mia pasta ha messo il turbante e non me ne vergogno affatto perché era diversa e buona.
Come la pace, la tolleranza, il convivere, il rispetto.
E’ tutto così semplice nel cibo che si mangia con la pancia, le parole, gli accordi, le guerre invece, le inimicizie sono poco semplici e partono spesso da uno sguardo che non prende l’aereo….
Bene amici si è fatta na certa e devo scappare,…comunque qualsiasi cosa stiate mangiando…buon appetito a tutti.
Mi raccomando mescolate e dai avanti IMPASTIAMOCI TUTTI!!!!!
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